Questa notizia ha riaperto in me una ferita... avevo avuto modo di incontrare Giuliana Sgrena, era ancora ferita, ho avuto modo di incrociare quegli occhi limpidi e sinceri, farmi ripetere il suo rammarico per quello che era successo a Calipari, e per come già da subito il soldato, con l’appoggio delle autorità e dei media statunitensi, si era difeso (“l’auto degli italiani andava troppo forte e non si è fermata a uno stop”)...
Ora il dolore è più forte e la delusione più amara, perché la motivazione della sentenza allude a una fantomatica “giurisdizione esclusiva” degli USA sui suoi soldati, e nella fattispecie Lozano ha solo seguito le “regole di ingaggio” sul territorio iracheno...
“Nicola è stato ucciso una seconda volta”, è così, e per l’ennesima volta cade la dignità e l’orgoglio del nostro paese, che ha dimostrato ulteriormente la sua subordinazione rispetto agli Usa, un rapporto servile, in cui la verità muore sempre, vittima della “democrazia esportata”, dove non importa se muoiono persone di alto profilo etico come Nicola Calipari, che ha davvero servito lo Stato correttamente e con coraggio, come, a ben guardare, negli ultimi cinquant’anni i suoi colleghi non hanno sempre fatto!
P.S. Ricordo l’avvicendamento che c’è stato alla Corte d’Assise di Roma... Doveva essere presieduta dal giudice Mario Almerighi, che è stato mandato a Civitavecchia, per l’occasione sostituito da Angelo Gargani, fratello del responsabile della giustizia di Forza Italia...
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