martedì 30 ottobre 2007

Demo-crazia?


Il concetto di democrazia è un concetto strano, usato molto spesso per indicare il complesso di valori che regola l'Occidente e per criticare i dissenzienti o, comunque, altre forme di civiltà. Questo concetto è stato inventato migliaia di anni fa per il nobile scopo di annullare le discriminazioni create da società fortemente gerarchizzate, ma sostanzialmente ripristinate con l'aggiunta dell'attributo "rappresentativa", annullando tutte le forme di controllo che il popolo poteva avere sui suoi "dipendenti", come le deleghe con mandato e l'immediata revocabilità nel caso di mancato rispetto del mandato. L'unica illusione rimasta è la forma delle "elezioni", svuotate di senso anche e soprattutto dall'attuale legge elettorale.

Se si ragiona asetticamente, l'anarchia, anche dal punto di vista semantico, nella sua tensione all'emancipazione da ogni forma di dominio, rappresenta la manifestazione più autentica e radicale del presupposto della democrazia; basti pensare che nella storia, nelle varie sperimentazioni di organizzazione libertaria, sono state tante le forme di democrazia diretta, senza mai cedere a insulse deleghe di potere. Questa è la tensione anarchica,un armonico combinarsi delle sfere in cui si realizza l'essere umano, quella individuale e quella collettiva, realizzato in uno scambio solidale, in relazioni liberamente scelte e concordate, respingendo centri direttivi, che portano a “gerarchizzare” i rapporti, annullando l'assunto della democrazia.

Certamente oggi, calati nel soporifero sistema neoliberista, è difficile pensare ad altre forme di convivenza civile, ma credo sia necessario anche nel nostro piccolo ricreare i propri rapporti fondandoli sulla vera solidarietà e reciprocità, mantenendo forte la propria individualità; in fondo, il compito dei libertari è, anche tra fisiologiche contraddizioni, informare e illuminare le menti come tante fiaccole, e di non perderci d’animo anche se ci sembra di "navigare in un mare senza porti".

venerdì 26 ottobre 2007

La “guerra permanente” perde il consenso



Ormai agli occhi di un osservatore critico, non addomesticato, quello della “guerra permanente” dell’Occidente non può non apparire come un sistema totalmente sprezzante di ogni tipo di regola democratica, ma al contrario un sistema che ha nel suo DNA il progressivo annullamento dei diritti civili... Un esempio di questo carattere fondante del sistema è la prigione di Guantanamo, strutturata nella totale assenza del rispetto umano (che dovrebbe stare alla base anche di un rapporto di prigionia!), che ha un solo significato...non certamente funzionale alla fantomatica “guerra al terrorismo”, ma un monito terroristico nei confronti di tutti gli oppositori del sistema. Del resto, il sistema militare stesso (non solo statunitense, ma di tutto l’occidente), che comprende anche la costruzione di nuove basi, nasce e si sviluppa separatamente e autonomamente, alla faccia della democrazia, nelle segrete stanze del potere, lontano dai cittadini, ma che si mantiene solo ed esclusivamente derubando questi ultimi.

Ora, un segnale forte di dissenso, nel nostro servile Paese, si avverte ed è crescente, “grazie” anche al movimento nato per contrastare il raddoppio della base militare USA a Vicenza, nell’area Dal Molin... Come si è potuto vedere anche nella enorme protesta del 17 febbraio scorso, il movimento c’è, è pacifico, malgrado i tentativi continui di farlo apparire come una massa di terroristi, è fatto da anarchici, compagni della sinistra antagonista, cristiani, cattolici, cittadini, che hanno deciso di non rinunciare alla propria libertà e alla propria vita, che vogliono respirare odori nuovi, non quelli fetidi di guerra, che hanno in cuore la speranza di invertire la rotta necrofila di chi lo comanda.

I segnali sono positivi, come l’aumento di obiettori di coscienza, le continue diserzioni anche sul fronte statunitense in Iraq e in Afganistan, la continua perdita di consensi dell’amministrazione Bush...

Questo testimonia che non è vero che manifestare il proprio dissenso è sterile, come dicono i benpensanti, ma serve e serve oggi più che mai.

giovedì 25 ottobre 2007

...l'autotutela...



C’è una canzone di Gaber del ’78 (!) che descrive benissimo e con la solita ironia che usava per mettere alla berlina le fobie dell’uomo moderno, il rapporto tra l’uomo e l’esterno, un rapporto ormai di diffidenza, di paura... la paura, “l’affare del secolo”, per dirla con Beppe Grillo... Dove diventa quasi normale l’autotutela, fino a ritrovarsi armati da quella stessa paura, dove un oggetto di morte come una pistola diventa fonte di sicurezza...

Ebbene questa canzone di trent’anni fa, “La pistola”, è il ritratto della schizofrenia della vita che maneggia e idolatra la morte...

La pistola

di Gaber - Luporini

1978 © Edizioni Curci Srl - Milano

Questi nostri tempi di sconvolgimenti
sono tempi assai degni di storia ma non di memoria
lo stato non agisce e tanto meno cautela
ci vorrebbe una pistola.

La violenza urbana è una cosa seria
è quel senso di ostile che avverto e che gira nell’aria
è giusto che la gente si difenda da sola
io mi compro una pistola.

[parlato:] 7 e 65, automatica, fuori ordinanza, calcio scuro con quadrettature, canna corta, grilletto cromato con scatto dolce… clic…clic…clic!

Al momento la porto in giro la domenica
che la gente è più distesa e va in giro coi cani
e non sa niente dell’oggetto più fedele e più perfetto
che rigiro tra le mani.

La sento che scende, tira e pesa come un grosso sasso
sento l’importanza della sua presenza
ci si sente a posto quando si porta in tasca
una di quelle cose che al momento giusto
possono esplodere e fare un gran rumore

Figuriamoci io che neanche agli uccellini
non sparo mai!

Io nel nostro tempo non ci vedo chiaro
c’è un enorme sviluppo, una gran libertà di pensiero
davvero interessante però non mi consola
porto sempre la pistola.

[parlato:] 7 e 65, l’ho già detto, certo il grilletto, c’ho già un rapporto stupendo: dolce, sensibile… clic…clic… clic!

Me la sento un po’ dura in tasca ai pantaloni
mi fa sempre un certo effetto così gelida e liscia
l’accarezzo con la mano e la sento che si scalda
a contatto della coscia.

Cammino tutto irrigidito ma mi sento bene
come se fossi eternamente in erezione
ogni tanto entro in un orinatoio
un attimo per guardare l’oggetto stupendo
nessuno può sapere che cosa sto facendo

Figuriamoci io che negli orinatoi non piscio mai!

[parlato:] Loro pisciano, pisciano tutti, vengono qui apposta e così credono di me. Mi vedono solo la nuca e le gambe, le tengo un po’ divaricate e me la guardo: bella, il calcio con le quadrettature… c’è ne ho uno accanto, lo so cosa fa, gli vedo le gambe e la nuca, ben pasciuto l’omaccione, la piega della nuca mi sorride come fosse una grossa bocca… che fa, prende per il culo? Non piscio mai negli orinatoi! Dunque il calcio, le quadrettature e il grilletto dolce e sensibile come una piccola palpebra, tenera, socchiusa, clic… clic…[SPARO]

Questi nostri tempi di sconvolgimenti, questi nostri tempi…

...a proposito di ANARCHIA...


...Ebbene, io credo nella possibilità di un sistema diverso, dove gli uomini si associno liberamente, un sistema sicuramente più organizzato di quello attuale verticistico, un sistema dove gli uomini finalmente affrancati dal Potere, riconoscano un potere con la “p”minuscola, quello su se stessi, sulle proprie pulsioni animali... l’Anarchia non è un’utopia nel senso di qualcosa di irrealizzabile, ma di irrealizzato (nonostante ci siano state nella storia forme di convivenza libertaria, dal primo nucleo cristiano, a Kronstadt in Russia....tutte soffocate nel sangue perché incredibilmente ben riuscite e quindi scomode!)... Oggi che la politica rappresentativa è palesemente in crisi, le possibilità per un’emancipazione graduale dalle strutture gerarchiche sono in aumento...nel frattempo, cerchiamo di cominciare a emancipare il pensiero dalle coordinate che ci hanno innestato dalla nascita, non è facile, ma proviamoci!

lunedì 22 ottobre 2007

Ancora i podestà!


E’ ufficiale... L’inchiesta del pm De Magistris su “Why not”, nella quale sono (sarebbe meglio dire “erano”) indagati anche Romano Prodi e Clemente Mastella, è stata avocata dalla Procura generale...

La cosa che mi rammarica di più è il sostegno massiccio che l’informazione, trasversalmente, ha dato alle tesi di Mastella, gettando fango su uno dei pochi magistrati che, a fatica, stava facendo il suo dovere, rispettando il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione, vero cardine della giustizia. E ora? Mettiamoci nei panni di chi andrà a sostituire De Magistris...con quale serenità potrà svolgere il suo compito, in un paese dove da Berlusconi in poi è uno solo il messaggio... “Toccate tutti, ma non chi comanda!”?!

domenica 21 ottobre 2007

Buona fortuna!

Comincia l'avventura...