mercoledì 15 ottobre 2008

Piazza della legalità


Una breve cronaca della manifestazione dell’11 ottobre, tenutasi a Piazza Navona, per protestare contro il lodo Alfano, a cui abbiamo partecipato con alcuni Grilli Aquilani.

Allora, siamo partiti per le due del pomeriggio, nel caldo anomalo di un’estate che non vuole morire…Arriviamo a Roma con almeno 10° in più, lasciamo le macchine al parcheggio di Villa Borghese, usciamo in una Piazza di Spagna affollatissima di turisti, eccitati dall’incredulità di una bellezza e una temperatura così uniche, facciamo a piedi le vie centrali dell’urbe in un formicaio succinto di voci e colori, e, dopo un po’ di cammino, entriamo in piazza Navona, accesa di bandiere e perimetrata dai gazebo, in cui giovani dell’Italia dei Valori hanno cominciato dalle dieci di mattina a raccogliere le firme contro il mostruoso lodo Alfano.

Il mattatore della giornata è stato il grande Andrea Rivera che ha commosso gli astanti con il pezzo “Io mi ritenevo di sinistra…”, parafrasando la struggente “Qualcuno era comunista…” di Gaber…; dopo l’esibizione di Enzo Avitabile e i Bottari che hanno scaldato la piazza con i ritmi del sud, ha parlato Antonio Di Pietro, che ha ricordato i motivi della giornata, dell’importanza, dunque, di questo referendum, della manifesta incostituzionalità di questa legge, della mancanza di vera informazione, delle tante sconcezze sottaciute, del conseguente consenso ad un governo che con gli annunci-spot e con i media pieni di veline e bagaglini vari, ha anestetizzato lo coscienza civile, e di come sono riusciti a stravolgere il senso delle cose solo cambiando le parole, come ad esempio il chiamare “giustizialismo” la legalità.

Poi è stata la volta di Simone Cristicchi, di cui abbiamo apprezzato soprattutto una canzone, “Genova brucia”, in cui ha dato voce a uno dei tanti violenti poliziotti, fieri di dichiararsi fascisti e fieri della loro violenza, una canzone che ha suscitato e ravvivato la rabbia e l’indignazione per la morte di Carlo Giuliani, e che sottolinea con crudezza come i mandanti siano ancora in parlamento.

Poi sempre Rivera con la sua “E’ ora (di lottare)” e poi il gran finale con Di Pietro che annuncia sul palco il premio Nobel Dario Fo e sua moglie, Franca Rame (che hanno ricordato i motivi per cui erano lì per firmare), e alcuni dei giovani organizzatori della giornata. Ancora Di Pietro, notevolmente ispirato (bisogna ammetterlo!)e senza intoppi… E’ stato emozionante. Davvero.

Siamo tornati riattraversando nelle luci serali Roma, stupenda come sempre, con la convinzione nel cuore di aver fatto la cosa giusta, che non è tutto perduto, che quella piazza (al di là di chi l’ha organizzata) è il segnale che il paese a poco a poco si risveglia e che è dal basso che deve ripartire la speranza.

1 commento:

Luca ha detto...

la speranza certo è l'ultima a morire. ma guardando un'italia xenofoba e fomentata mi viene solo da piagere. è come se un branco di lupi vestiti da pecore si sia risvegliato e abbia sfogato finalmente sotto l'esempio dei "ministri" leghisti i sui istinti più in-umani (perchè gli animali a tanto non arrivano)...e contento corre giù per la discesa spinto dal "potere" che sguazza nella confusione più totale... compiaciuto di tanta ignavia! stasera sono apocalittico, ma senza distruggere non si ricostruisce...