lunedì 12 maggio 2008

Bavaglio al Travaglio


Solo chi è al di fuori della massa informe anestetizzata dai media può rendersi conto di una consuetudine issata a regola dell’informazione:“In televisione va mandato in onda tutto, fuorché la verità!”, regola che fortunatamente conosce i suoi trasgressori, fra cui il giornalista Marco Travaglio, che non accetta questa norma e non perde occasione di scuotere il tubo catodico con semplici cronache di fatti, abilmente condite da una vena teatrale, in linea col tragicomico che racconta.

Per aver semplicemente ricordato, durante la trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, del 10 maggio, il passato del Presidente del Senato della Repubblica Italiana (!), Renato Schifani, un passato non propriamente ineccepibile, data la sua frequentazione di boss mafiosi del calibro di Nino Mandalà, (insieme col suo collega di partito, Enrico La Loggia) soci insieme in una società siciliana di brokeraggio, ecc...fatti documentati da Lirio Abbate e Gomez nel libro “I complici”, è stato trasversalmente accusato di diffamazione, dimostrando l’analfabetismo di chi non conosce il significato di tale parola; per l’ennesima volta la casta si è richiusa a riccio a difendere un suo appartenente, con l’unica eccezione del “giovanni battista” del parlamento, Antonio Di Pietro e del buon Giulietti, dello stesso partito.

L’informazione televisiva (e non) ha come sempre giocato il suo ruolo di serva della casta, sbattendo in faccia alla massa abboccante di cui sopra, le dichiarazioni di scandalo e di disappunto di questo o quel politico, inoculando indignazione non per il fatto che una persona del genere ricopra la seconda carica delle istituzioni (fra l’altro, Schifani è uno che dopo la condanna di Cuffaro a cinque anni per favoreggiamento ebbe a dichiarare «Oggi Cuffaro ha ripreso saldamente in mano il timone di una Sicilia che già è cresciuta così come i dati sul Pil e sulla disoccupazione ai minimi storici ci indicano. Dobbiamo anche riconoscere al governatore siciliano che è stato e continua ad essere l’unico garante della unità della coalizione, risultato questo che, in un sistema maggioritario, è garanzia di stabilità e quindi di quella risorsa fondamentale per lo sviluppo che è la governabilità di un territorio. Forza Italia sarà al suo fianco in questa nuova fase di governo della Regione per sostenere quella linea riformistica che è alla base del proprio credo politico» dopo la condanna di Cuffaro a 5 anni per favoreggiamento, Agi, 19 gennaio 2008 ), ma per il “terrorismo mediatico” di un giornalista che non fa altro che il suo dovere, cioè denunciare il vero e INFORMARE.

Il regime del piduista e plurimputato mafionano di Arcore è più forte di prima.

1 commento:

Luca ha detto...

siamo così anestetizzati che non sentiamo niente. anche le più grandi bestialità-verità, quelle che dovrebbero far scoppiare una nuova "rivoluzione francese", vengono ignorate, sentite, ma non ascoltate... tutto è normale. è la fiera del relativismo. forse una società di matrice cristiana avrebbe rinnegato tali valori di disonestà e di bugia, ma cristiani gli italiani non lo sono più da tempo.